L’Olivo

La Mandragola

L’Olivo

Nome scientifico: Olea Europea l.

L’olivo è un albero mediterraneo, secolare, di grande effetto ed ha influenzato da sempre la vita dell’uomo con il suo meraviglioso prodotto; gli abitanti del mediterraneo hanno fatto dell’olio di oliva il cibo principe da utilizzare in cucina. L’olivo giunge in Italia nel primo millennio a. C.  e si attribuisce ai Francesi  la sua introduzione in Gallia. Oggi, è coltivato in una trentina di paesi dei cinque continenti: la Spagna, con più di 200 milioni di alberi, è il principale coltivatore a livello mondiale. Oltre a produrre olive ed ottimo olio per la salute della nostra alimentazione, è riconosciuto per le sue proprietà diuretiche, antipertensive e come ottimo ipoglicemizzante ed anticolesterolemico. Le olive contengono, oltre all’acqua: olio, glucidi, protidi, numerosi minerali (soprattutto calcio), acidi organici, enzimi e le vitamine A, B1, B2, PP. Il potere nutritivo delle olive nere è maggiore di quello delle olive verdi; basta ricordare che nell’area mediterranea, erano, insieme a pane nero e cipolle, il principale alimento dei contadini di un tempo. Sempre i contadini utilizzavano l’olio per disintossicare il fegato e3 per le infiammazioni di stomaco. L’olio di oliva è un alimento molto prezioso, quando è ottenuto correttamente, purtroppo alcune aziende, fanno subire al prodotto numerosi lavaggi chimici che distruggono la maggior parte degli importanti elementi presenti in esso contenuto. Dal punto di vista dietetico e medicinale, soltanto l’olio estratto per pressione a freddo è valido: è molto digeribile crudo e può essere sostituito  a tutte le sostanze grasse alimentari. Nel passato, l’olio di oliva è stato prescritto per diversi scopi terapeutici; i Romani ritenevano che i massaggi fatti con l’utilizzo di questo olio fossero un vero bagno di giovinezza. Dell’olivo non sono importanti solo i frutti, ma anche le foglie (adatte in decotto) e la corteccia. Esse sono impiegate in una buona varietà di preparazioni, quali ad esempio la cura delle febbri, dell’ipertensione e dell’ipercolesterolemia. Le foglie, oltre alle proprietà febbrifughe, sono considerate, dalla medicina moderna, un vegetale ipotensivo fra i più interessanti.

La Mela Verde

Il Melo (dal latino: Pirus malus) è un albero alto fino a 10/15 metri, con fusto robusto, molto ramificato, che cresce nei territori il cui clima è temperato – freddo. Le foglie sono ovali, seghettate e appuntite; i fiori sono ermafroditi, riuniti in corimbi o in ombrelle, con petali bianchi o roseI. Il frutto (la mela) è del tipo pomo, ossia un falso frutto di forma variabile secondo la varietà, da più o meno sferica ad appiattita o allungata, con epidermide lucida, opaca e di colore molto vario, dal giallo oro carico al verde intenso, al rosso cupo, etc.
La mela è un vitale complesso armonico di sostanze nutrizionali che, al contrario di altri frutti, non possiede un nutriente predominante rispetto agli altri, ma ha un equilibrato patrimonio alimentare. Contiene una buona dose  vitaminica, una vasta gamma di sali minerali ed acidi organici ed una buona quantità di fibra alimentare. La mela infatti è un frutto ricco di particolari sostanze chiamate pectine che hanno una notevole azione idratante  e tensiva sulla pelle. La mela contiene anche piccole quantità di vitamine A e C, acidi con proprietà astringenti, leviganti ed un delicato effetto peeling.

Vischio (Viscum Album)

Il Vischio è una pianta legnosa, sempreverde, perenne e semiparassita che appartiene alla famiglia delle Lorantacee. Diffuso in gran parte dell’Europa e dell’Asia, in Italia cresce spontanea in montagna fino a 1200 mt. di altitudine, soprattutto sulle latifoglie. Il Vischio non possiede radici con cui ancorarsi al terreno e nutrirsi ma è dotato di lunghe e robuste propaggini , gli austori, con cui si avvinghia al tronco delle piante ospiti è attraverso cui succhia il nutrimento. Il nome latino fa riferimento alla viscosità dei frutti, bacche globose contenenti un solo seme immerso in una polpa appiccicosa, grazie alla quale aderiscono alla piante ospite per il tempo necessario a sviluppare gli austori.

Proprietà

Il Vischio era considerato sacro dai Druidi, che lo raccoglievano solo dalle querce, con il falcetto d’oro, nelle notti di luna piena. Il Vischio è un vasodilatatore e ipotensivo: viene utilizzato nella cura e nel trattamento dell’ipertensione e di altre malattie di origine nervosa (arteriosclerosi, epilessia, isterismo). Svolge un’azione cardioattiva, antispasmodica e diuretica, efficace in caso di nefrite e disturbi renali in generale.

Principi Attivi

I principi attivi variano a seconda della pianta ospite. Proteine, lectine, tra cui una lectina particolare con un sito D-galattosile specifico, viscotossina, alcune sostanze tossiche, alcaloidi e altri composti. La composizione chimica della pianta è assai complessa e ancora oggi è oggetto di diversi studi.

 Borsa del Pastore  (Capsella Bursa – Pastoris)

La Borsa del Pastore, conosciuta anche con i nomi “Borsacchina”, “Borsa Pastore” e “Capsella”, per la caratteristica forma dei suoi frutti, è una pianta assai diffusa che appartiene alla famiglia delle crocifere: cresce nelle regioni temperate e calde di tutto il mondo, escluse le zone aride, fiorisce tutto l’anno. In Italia è molto comune e cresce negli incolti, lungo i margini delle strade, nei coltivi , nel piano fino a 1800mt. di altitudine.

Proprietà

Nota sin dal Medio Evo, le sue proprietà medicinali furono riconosciute  XVI secolo dal naturalista Senese Mattioli. La borsa del Pastore svolge un’efficace azione astringente e antiemorragica, utile per mestruazioni troppo abbondanti e irregolari e nel caso in cui si debbano frenare emorragie, in particolare uterine, nella pubertà e della menopausa.  In questi casi agisce a livello della mucosa uterina, favorendone la contrazione e determinando, come conseguenza, un freno dell’emorragia in corso; di riflesso si ottiene anche l’effetto di regolarizzare la scadenza del ciclo mestruale, soprattutto nei soggetti con mestruazioni abbondanti e dolorose.

Principi Attivi

Contenuti principalmente nella porzione aerea della pianta: alcaloidi, in particolare burserina; saponin:, tannini; un olio essenziale solforato; colina; acetilcolina e altre ammine; potassio; acido acetico, malico, citrico e fumario.

 Mirtillo Nero

Famiglia: Ericacee
Parte utilizzata: foglie e frutti.
Pianta della famiglia delle Ericacee, è un piccolo arbusto alto da pochi centimetri a 50 cm, le foglie  sono ovali o ellittiche, il margine è dentellato, i fiori sono penduli e normalmente solitari, la corolla è di colore bianco rosato. Cresce nella zona submontana e montana, è frequente nelle Alpi e si rinviene nell’Appennino fino all’Abruzzo, si trova nei boschi e nelle brughiere. Il Mirtillo Nero è un coadiuvante nella terapia del diabete, migliora la circolazione sanguinea oculare, favorisce un miglior adattamento all’occhio alla visione notturna, ha una buona azione nella emeralopia, nei disturbi vascolari retinici, dovuti al diabete o alla ipertensione, indicato nella fragilità capillare, scarso tono venoso, couperose, cellulite con edemi, problemi di visione notturna, miopia nella fragilità del microcircolo, nelle flebiti, nelle varici, nella insufficienza venosa. Le bacche, che hanno un’azione antibiotica, contengono gli antocianosidi, preziosi principi attivi costanti oggetto di studio, dei quali finora sono stati isolati ben 15 tipi diversi; i più importanti sono i glucosidi di delfinidina, cianidina, petunidina e malvidina. Gli anticianosoidi rinforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone così l’elasticità, hanno azione antiemorragica e di protezione dei danni da radicali liberi e da eccesso di lipidi nel sangue:   ne conseguono effetti di aumento della tonicità delle vene, diminuzione della permeabilità capillare e prevenzione delle microemorragie, particolarmente pericolose a livello dell’irrorazione della retina. L’altra importante funzione di queste molecole è quella di intervenire sui meccanismi della visione: esse sono in grado di aumentare la velocità di rigenerazione della porpora retinica, con effetto di miglioramento della capacità visiva, specie notturna. Le foglie hanno un’azione ipoglicemizzante, antisettica delle vie urinarie, antireumatica e antigottosa. Indicato anche nell’ulcera gastrica e duodenale. In sostanza, il Mirtillo Nero, è un coadiuvante tradizionale per il miglioramento delle capacità visive, miopia e retinopatie anche di origine diabetica, fragilità capillare, teleangectasie, couperose, emorroidi  ed insufficienze venose.

Componenti:

Antocianosidi, acidi organici, tannino, zuccheri, acido ascorbico, vitamina A, flavonoidi, manganese, cromo, vitamine, glucosidi, antocianici, pectina, provitamina A, complesso B, Vitamina C

Ribes Nero

Famiglia: Sassifragacee
Nomi Comuni: Boessaro Nero, uva rama, canestrei,uva spina nera, cassis.
Parte utilizzate: Le foglie e i frutti

Principi Attivi: Acidi Organici e tannini (foglie).

Roprietà del Ribes Nero

L’uso medicamentoso del Ribes Nero è antico. Lo usavano infatti gli Arabi i quali, appena giunti in Spagna cercarono un surrogato di una bevanda  a base di succo di rabarbaro della quale facevano un gran uso e lo trovarono nei Frutti di Ribes Nero. Si perse così di vista la parte medicamentosa più utile del Ribes Nero che è costituita dalle foglie giovani e dai germogli: vere e proprie fonti di “farmaci” “antiallergici. A scoprirlo fu la recente scienza gemmo terapica che conta sull’effetto cortisone – simile nei principi attivi, probabilmente di natura stereoidea, contenuti nei tessuti di crescita di questa pianta. Di fatto questi principi attivi risultano essere dei diretti stimolatori del rilascio, da parte della corteccia surrenale, di corticosteroidi con una conseguente azione antinfiammatoria e antiallergica. Il ribes nero è un cortisonico naturale, indicato nelle allergie, dolori articolari, dolori reumatici, gotta, fragilità capillare, tonico generale, stimola la corteccia surrenale, alza le difese immunitarie ed è antivirale.

Componenti: Contiene tannini, acido chinico, pectina, pigmenti antocianoci che migliorano il microcircolo, quercetina, isoquercetina, acido ascorbico, flavonoidi, iperoside, astragoloside, rhamnoglucoside, glucidi e kaempferolo, prodelfinidoli, ricco di vitamina C, acidi organici, mucillagini, zuccheri.

 Acerola (Malpighia Punicifolia)
Famiglia: Malpighiaceae
Pianta Officinale, alimentare
Parte utilizzata: frutti

Principi Attivi:
Vitamina C, vitamina A, tiasmina, riboflavina, niacina, calcio, fosforo, ferro, acido malico.

Proprietà dell’Acerola:
L’Acerola è il frutto di un arbusto o piccolo albero (fino a 5 metri), i frutti sono delle drupe globose di 1 – 2 centimetri di diametro, di colore rosso vivo e assomigliano vagamente alle ciliegie. La parte edile del frutto contiene circa il 14% di vitamina C. La quantità di vitamina C varia in relazione al grado di maturazione del frutto, più elevato nel frutto verde e più basso in quello completamente maturo.

Indicazioni

Contro il mal di gola e le affezioni delle vie respiratorie (faringiti, tracheiti, tonsilliti); le manifestazioni influenzali e le malattie virali; le affezioni del cavo orale (gengiviti, stomatiti, glossiti, afte) nelle malattie da raffreddamento per aumentare le difese immunitarie.

Il Tè Verde

Le foglie di Tè verde sono conosciute da almeno 4000 anni, come portatrici di salute. Il Tè verde si ricava dai germogli e dalle foglie giovani della pianta conosciuta come “Camelia Sinensis”. Le sue origini si perdono nel tempo: in Cina si narra che, verso il 2700 a.C., l’imperatore Shen  Nung fu il primo bevitore di tè: mise le foglie della pianta dentro una brocca di acqua bollente, dando così inizio a questa usanza. Dal secondo secolo d.C., alcuni testi medici cinesi riportano i benefici  ottenibili dal tè, mentre un monaco giapponese, Eisai, nel 1211 d.C. scrisse un libro intitolato Mantenere la salute bevendo Tè, dove scrisse: “Il tè è una medicina miracolosa per mantenere la salute ed ha lo straordinario potere di prolungare la vita”. Nel sedicesimo secolo, gli esploratori europei che per primi provarono il tè dichiararono di averlo usato per combattere febbre, mal di testa, dolori articolari e mal di stomaco. Che si creda oppure no a queste storie, dobbiamo sapere che le foglie di questa pianta sono utilizzate da almeno 4000 anni e sono sempre state conosciute come portatrici di salute. Tecnicamente, per essere chiamato tè, il prodotto deve essere ricavato dalle foglie della “Camellia Sinensis”, la sempreverde pianta del tè. Ci sono solo tre tipi di tè: nero, oolong e verde, così classificati secondo il metodo di lavorazione. Essi differiscono dalla durata della fermentazione delle foglie; quello nero viene  essiccato e fermentato, l’oolong parzialmente fermentato, mentre quello verde  viene solamente lavato e riscaldato per prevenire la fermentazione. I vari nomi con i quali di solito è identificato si riferiscono alla regione dove cresce la pianta  (Ceylon, Darjeeling, Souchong, ecc..) comunque tutti i tipi provengono dalla Camelia Sinensis. Uno dei più interessanti sviluppi della ricerca degli ultimi anni è stato lo scoprire le straordinarie proprietà di antinvecchiamento e anti-cancro del tè verde. Si è riscontrato che, i paesi con alto consumo  (principalmente Cina e Giappone) hanno una bassa percentuale di ammalati di cancro. Altre interessanti scoperte sono indirizzate al trattamento e prevenzione dell’artrite reumatoide, ma forse la più eclatante è quella che ha riportato uno studio eseguito dal Cancer Chemotherapy Center a Tokyo,  In Giappone, che dimostra che il tè verde va molto oltre al suo semplice, ma comunque forte, potere antiossidante. Se gli studi saranno confermati, catapulteranno di diritto questa antica bevanda al centro della Scienza del XXI secolo. E’ stato dimostrato che le EGCG inibiscono fortemente e direttamente la telomerasi. Telomerasi è l’enzima che rende “immortali” le cellule tumorali mantenendone la parte finale dei loro cromosomi  (telomeri). La capacità delle cellule tumorali di mantenere i loro telomeri nel DNA, può essere il segreto della loro “immortalità”. Di conseguenza, riuscire ad eliminare i telomeri, così da provocare la morte della cellula tumorale, potrebbe essere una delle strade per sconfiggere questa malattia. Il primo inibitore naturale della telomerasi ad essere stato scoperto, sono appunto le EGCG del tè verde. Inoltre, sembra che il tè verde riduca i livelli di colesterolo LDL e di Trigliceridi. Il potente effetto antiossidante del Tè verde inibisce l’ossidazione del colesterolo LDL nelle arterie, causa principale nella formazione dell’arteriosclerosi. La formazione di coaguli di sangue (trombosi) è la causa principale di infarti e colpi apoplettici, ed  il tè verde  ha dimostrato di inibire la formazione di questi grumi con la stessa efficacia dell’aspirina. Può inoltre aumentare i livelli di HDL, il colesterolo buono, che aiuta a rimuovere le placche dell’arteriosclerosi dalle pareti delle arterie.  Il tè verde è un ipotensivo e abbassa la pressione sanguigna. E’ di grande aiuto per i diabetici. Quando si assumono amidi con l’alimentazione, l’enzima amilasi è necessario per trasformarli in zuccheri semplici che possono essere assorbiti nel sangue. Da studi eseguiti risulta che i polifenoli del tè verde inibiscono l’attività dell’amilasi  dell’87%;  estratti di tè verde riducono il normale aumento di glucosio e di insulina quando si ingeriscono 50 gr. di amidi. Alti livelli di glucosio e di insulina nel sangue predispongono a diabete e a malattie cardiovascolari e sono associati ad una accelerazione dell’invecchiamento. Per molte persone, gli zuccheri sono i maggiori responsabili di accumulo di grassi. Uno studio su animali ha mostrato una riduzione di grassi nel corpo conseguenza di integrazioni con le catechine del tè verde. Storicamente il tè verde è stato usato per correggere malattie quali allergie, arteriosclerosi, asma, colera, raffreddore, congestione, tosse, depressione, diarrea, infezione digestive, dissenteria, fatica, mal di testa, epatiti e tifo. In Cina, medicine prodotte con i polifenoli del tè verde, sono usate per trattare epatite, nefriti e leucemia. Il tè verde può eliminare i batteri. Prenderlo con i cibi può ridurre il rischio di avvelenamento da alimenti, può eliminare i batteri nel cavo orale che causano carie e alito cattivo. I giapponesi bevono il tè verde per evitare l’alito cattivo causato da alcuni cibi.  Gli effetti deodoranti delle sue foglie conosciuti da secoli, di fatti sono state tradizionalmente usate come deodoranti. Il tè verde, inoltre, reprime diversi virus, incluso quello dell’epatite e, recentemente, all’università di Nagoya, Giappone, è stato indicato che può inibire l’enzima usato dal virus HIV per la sua riproduzione.

Ginkgo Biloba

Originario della Cina e del Giappone, è un albero leggendario, vecchio più di 250 milioni di anni, e che ha resistito ai peggiori inquinamenti del ventesimo secolo ed, in particolare, ai residui della bomba atomica di Hiroshima. Il Ginkgo fu citato per la prima volta nel 2800 a. C. nella materia medica cinese Pen Tsao Ching. Il Ginkgo viene citato per l’uso nelle malattie respiratorie, così come per i benefici sulla funzione cerebrale. Tradizionalmente, è stato usato per la perdita di memoria. E’ un’erba molto popolare nel mondo, usata per migliorare l’afflusso di sangue al cervello, per migliorare la memoria e lo stato di coscienza nell’anziano, il Ginkgo Biloba ha diverse proprietà quali:

  • Migliora la Circolazione – aumentando l’afflusso di sangue al cervello, migliora l’acuità mentale, la concentrazione, la memoria a breve termine e l’abilità cognitiva. Aiuta anche in caso di tinnito (ronzio alle orecchie) e vertigini. Favorisce una migliore circolazione periferica, aiuta a ridurre la sensazione di freddo alle estremità, i dolori intermittenti alle gambe e i crampi, Il Ginkgo è utile anche nel trattamento delle neuropatie diabetiche, degenerazione maculare e altri problemi circolatori;
  • Antiossidante – è uno scavenger (spazzino) dei radicali liberi, inibisce la perossidazione lipidica delle membrane, protegge, quindi, il cervello ed il sistema nervoso da danni provocati da radicali liberi aiutando a controllare gli effetti dell’invecchiamento.
  • Protegge la barriera sangue – cervello (barriere anatomiche e sistemi di trasporto che controllano quei tipi di sostanze che entrano nello spazio extracellulare del cervello).
  • Diminuisce la viscosità del sangue inibendo il fattore attivante del PLATELET – platelet activating factor (PAF)
  • Diminuisce il danno ai tessuti durante stress circolatori e aumenta la circolazione alle estremità;
  • Assiste nella distribuzione di ossigeno e glucosio al cervello;
    Protegge le arterie, le vene e i capillari dai danni e aiuta a regolare il loro tono e la loro elasticità;
  • usato anche per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer.